I have a dream

Alla ricerca di una didattica più efficiente nelle Arti Marziali

Sommario

 Introduzione: un problema di didattica

 I quattro elementi della progressione graduale

 Un esempio di progressione negli allenamenti

 Conclusioni

 Dibattito

Introduzione: un problema di didattica

Prima di entrare nel vivo dell'argomento vorrei fare una precisazione fondamentale. I discorsi che seguono fanno soprattutto riferimento a quelle scuole che ho frequentato con più assiduità e per un periodo di tempo di almeno qualche anno. Non posso certo essere sicuro che i problemi a cui questo testo fa riferimento siano generalizzabili a qualunque scuola (come ad esempio per quelle di Wing Tsun) e allo stesso modo.

Il problema principale che mi ha afflitto negli anni di pratica delle Arti Marziali riguarda i metodi d'insegnamento adottati. Mi è sempre parso che in tutte le scuole che ho frequentato con maggiore continuità non venga seguita una progressione dell'allenamento che permetta di acquisire profondamente, ovvero a livello istintivo, i diversi principi in modo da poterli utilizzare tutti, o almeno in buona parte, anche durante il combattimento libero.

In genere si utilizzano almeno tre tipi di allenamento (elementi ginnici a parte):

    1. Esercizi eseguiti da soli (tecniche singole, forme, sequenze di tecniche)
    2. Esercizi fissi o parzialmente liberi ed eseguiti con un partner (sequenze di tecniche preordinate o libere ma limitatamente ad un dato contesto)
    3. Combattimento più o meno libero

Il punto debole è il 2, nel quale non vengono rese istintive tutte le tecniche e i principi (effettivamente efficaci nella realtà) in modo che risulti spontaneo utilizzarli, coerentemente alle azioni dell'avversario, in un combattimento in cui nulla è preordinato.

Lo scopo di questa pagina è quello di esporre i criteri, a mio modesto parere, che dovrebbero permettere di superare questi limiti. Non si tratta di idee particolarmente originali, anzi a me appaiono proprio scontate e banali, dettate semplicemente da quelle che mi sembrano le modalità che il nostro cervello utilizza in questo genere di apprendimento. Vista la loro semplicità mi sono sempre stupito di non aver trovato nessuna scuola, tra quelle che ho conosciuto megl io, che non utilizzi niente di simile e in modo sistematico. Comunque io non sono certo un genio delle Arti Marziali e in tutte queste mie elucubrazioni potrebbe sfuggirmi qualcosa di basilare per capire che le cose non stanno così come le sto dipingendo.

A questo punto non vorrei però essere frainteso e dare l'erronea impressione che il mio pensiero sia che non ci sono praticanti di Arti Marziali abili ed efficaci nel combattimento libero. L'efficacia dipende anche da molti altri fattori fondamentali per i quali, tra l'altro, non tutti si è predisposti favorevolmente allo stesso modo. Ad esempio velocità di reazione, rapidità dei movimenti e loro efficiente coordinazione, motivazione e grinta, intuizione e cap acità di apprendere dai propri errori per trovare strade alternative più funzionali anche durante lo stesso combattimento. Ma anche i praticanti più abili, forse spesso, sfruttano una percentuale non particolarmente ampia delle possibilità offerte dalla loro disciplina e quindi credo che anche loro potrebbero trovare un giovamento da una didattica più efficiente. Si potrebbe obiettare che è meglio acquisire istintivamente bene poche tecniche e pochi principi fondam entali piuttosto che apprenderne molti ma male. Questo è vero, ma credo che il nostro cervello sia in grado di apprendere più elementi, da utilizzare poi istintivamente, di quanti una buona parte di noi non faccia, compresi diversi dei migliori praticanti. Comunque i risultati migliori di un metodo di apprendimento più mirato si vedrebbero maggiormente su atleti di livello medio-basso, ovvero sulla maggioranza di noi.

Questa pagina vuole quindi essere solo uno spunto di partenza per un dibattito che mi aiuti a far luce sulla questione della didattica nelle Arti Marziali, per capire meglio come stanno veramente le cose. E magari, spero, potrebbe essere utile anche a chi vorrà gentilmente partecipare a questa discussione. È quindi una pagina destinata ad evolversi nel tempo arricchendosi delle sintesi degli eventuali dibattiti che avverranno.

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I quattro elementi della progressione graduale

Principi fondamentali, tecniche, obiettivi degli attacchi e velocità

Prima di tutto è forse meglio specificare questi quattro elementi con maggior accuratezza. Va inoltre considerato il fatto che la seguente classificazione è puramente indicativa, tenuto conto anche del fatto che non ci sono confini netti tra i quattro elementi in quanto hanno delle aree di sovrapposizione.

Principi fondamentali. Riguardano gli atteggiamenti del corpo nelle varie situazioni (dettagli delle posture, rilassamento dei muscoli non coinvolti, coordinazione dei movimenti, ecc.), le strategie (di attacco e contrattacco, di difesa, l'uso del ritmo, le finte, ecc.), i principi generali (atteggiamento mentale, durezza, morbidezza, utilizzo della forza dell'avversario, ecc.)

Tecniche. Comprendono i vari tipi di pugno e di calcio, gomitate, ginocchiate, parate, proiezioni, leve, immobilizzazioni ecc.

Obiettivi degli attacchi. Ad esempio, per quei tipi di attacchi che consistono nel colpire l'avversario, è possibile suddividere il bersaglio almeno in quattro aree, ovvero molto basso, basso medio e alto. Successivamente si possono precisare meglio gli obiettivi considerando più specifiche parti del corpo.

Velocità. Su questo punto non c'è molto da dire in questa fase, come tutti sanno è semplicemente la rapidità dei movimenti e, a seconda della progressione dell'allenamento, deve essere un'opportuna frazione di quella massima utilizzabile. Inoltre è correlata al ritmo.

La progressione potrebbe procedere nel seguente modo. Inizialmente occorrerebbe raggiungere almeno una discreta padronanza in un primo gruppo di esercizi relativi al tipo di allenamento n° 1. A questo punto si potrebbe iniziare con il secondo tipo inserendo un elemento alla volta (o una sua progressione, come ad esempio per la velocità), preso da una delle quattro categorie precedenti. Si aggiungerebbe un nuovo elemento, o una sua progressione, ogni volta che quello attualmente es ercitato è stato acquisito adeguatamente a livello istintivo. Secondo questi criteri si partirebbe quindi da poche cose molto preordinate per finire, molto gradualmente, con l'avere un discreto bagaglio da utilizzare in modo molto libero e in funzione delle azioni del partner. Si tratterebbe quindi di un metodo che incrementa nei momenti più opportuni i gradi di libertà dell'esercizio o, da un altro punto di vista, che riduce mano a mano i vincoli imposti.

In pratica si arriverebbe all'allenamento del tipo 3 in modo piuttosto graduale e quasi senza accorgersene.

Spero che l'esempio che segue, seppure nei suoi limiti, possa chiarire meglio come funzionerebbe questo tipo di progressione sistematica.

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Un esempio di progressione negli allenamenti

Questo piccolo esempio è ovviamente relativo al tipo di allenamento n° 2 e ed collocabile tra le prime fasi della progressione. Non è certamente esaustivo, in particolare non considera quelli che per comodità ho precedentemente chiamato i "Principi fondamentali", in quanto la loro trattazione in un testo è di difficile attuazione. Inoltre i dettagli relativi alle esecuzioni delle singole tecniche dipendono dalla specifica Arte Marziale scelta e quindi esulano dallo scopo di questa pagina. La sequenza della progressione non deve essere per forza quella esposta, anzi sarebbe bene variarla tra un allenamento e l'altro. Infatti, anche se si è raggiunto un certo livello, è bene non smettere con la pratica dei passi precedenti (specialmente i più vicini), o almeno finché la loro acquisizione non è diventata sufficientemente stabile.

Si comincia con i due praticanti posti uno di fronte all'altro e in posizione di combattimento, ad una distanza relativamente ravvicinata, in modo che con un pugno uno possa colpire l'altro al centro del torace, al limite con un piccolo scivolamento in avanti o piegando leggermente il busto (è anche possibile utilizzare una distanza maggiore in modo che sia necessario compiere un passo per arrivare a colpire l'avversario). Il primo esercizio di questo esempio consiste in una seque nza, lunga a piacere, di attacchi rettilinei di pugno alternati tra destro e sinistro e diretti al centro del torace dell'avversario. Questi, a sua volta, eseguirà ad ogni attacco lo stesso tipo di parata prescelta (supponiamo, per fissare le idee, che sia di un tipo esterno: ad attacco di sinistro si para con il destro e viceversa). Inizialmente il ritmo deve essere relativamente lento e costante e va aumentato gradatamente seguendo l'incremento della bontà della risposta istintiva di chi si difende. Probabilmente però, anche quando l'esercizio sarà più libero, la velocità non dovrà essere spinta al massimo in quanto chi attacca è avvantaggiato dal fatto di essere sicuro di non rischiare nulla perché l'altro per ora non contrattacca.

Il passo successivo potrebbe consistere nel togliere il vincolo (acquistando così un grado di libertà) degli attacchi alternati. Chi attacca ogni volta decide se farlo con il destro o con il sinistro e si usa nuovamente un ritmo abbastanza lento. Tutti gli altri parametri (ritmo costante, tecnica utilizzata, punto da colpire) restano invariati. Anche in questo caso la velocità va incrementata in funzione della progressione soprattutto di chi si difende.

Successivamente chi attacca inizia anche a variare il ritmo dei colpi, ovvero decide sempre per ogni pugno quando colpire. Anche in questo caso, come nei successivi, si riparte sempre lentamente per poi aumentare la velocità gradualmente.

A questo punto dovrebbero essere chiare, a chi legge, le linee guida principali che intendo proporre, per cui riporterò i successivi passaggi in modo sempre più sintetico.

    1. Viene aggiunto il viso come possibile bersaglio, prima alternando i due obiettivi ad ogni attacco e poi, in una successiva fase, togliendo questo vincolo. Acquisita la capacità di eseguire l'esercizio è poi possibile inserire anche un secondo tipo di parata (ad esempio interna).
    2. Viene inserito anche un attacco diretto di pugno basso e una relativa parata, da eseguire prima da sole, poi alternate in modo fisso con le altre e mano a mano in modo sempre meno preordinato.
    3. Con i soliti criteri vengono gradualmente inseriti alcuni attacchi di pugno circolare e le relative parate.
    4. Tutti questi passi vengono ripetuti dall'inizio aggiungendo ogni volta anche un tipo di spostamento e poi anche un primo studio della distanza.
    5. Ancora una volta tutti i passaggi precedenti vengono ripetuti inserendo ogni volta una nuova tecnica di calcio e le relative parate.
    6. Di nuovo la ripetizione di tutti i passi precedenti aggiungendo una tecnica di contrattacco alla volta.
    7. e così via ………

Chiaramente, dopo un certo tempo prefissato, vanno invertiti i ruoli e successivamente si cambia anche il partner. Inoltre, nelle fasi più avanzate, è possibile, anziché invertire i ruoli, dare a entrambi la possibilità di attaccare (riutilizzando però i vincoli dei vari passi su menzionati), inserendo poi gradualmente la gestione delle finte, le risposte ai contrattacchi, il tempismo (rompere il ritmo dell'avversario, attacchi a ritmo sincopato) ecc. I l tutto cercando di favorire attacchi spontanei come reazione ad una percezione istintiva delle opportunità offerte dall'avversario (magari inizialmente offerte intenzionalmente) o dall'intuizione anticipata dell'arrivo di un attacco imminente (ad esempio dall'atteggiamento dell'avversario o dai suoi movimenti preparatori).

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Conclusioni

Ho avuto modo di sperimentare, seppur per breve tempo, questo tipo di progressione con un paio di partner e mi è sembrato in grado di poter dare dei risultati apprezzabili, oltre che risultare divertente e stimolante. Comunque, sicuramente, si tratta di un metodo che necessiterebbe di molti ulteriori affinamenti e l'ho sperimentato troppo brevemente per utilizzare tale esperienza come una prova della sua efficacia. Ed è proprio anche per questo che sto cercando d i aprire questo dibattito.

Per ora è tutto, ma spero che grazie agli interventi di chi avrà avuto la pazienza di leggere queste righe questa pagina possa evolvere positivamente. Per partecipare al dibattito è possibile scrivermi direttamente al mio indirizzo di posta elettronica a grecoton@tin.it oppure intervenire nel newsgroup it.sport.arti-marziali inserendo, in entrambi i casi e se non vi dispiace, la stringa "Alla ricerca di una didattica più efficiente" nell'oggetto del messaggio in modo da semplificarne l'individuazione. Una sintesi aggiornata del dibattito verrà posta qui di seguito.

Se avevte voglia di provare i vostri riflessi scaricate il mio programmino per Windows 9x (no NT). In "Riflessi.zip" troverete, oltre all'eseguibile, un file di testo con qualche spiegazione fugace e il bitmap utilizzato dal programma.
Non è esattamente un'applicazione seria, ma può farci giocare qualche minuto.
Quando appaiono le statistiche è possibile copiarle negli appunti con il classico Ctrl-C.

Riflessi.zip

Nel frattempo grazie per l'attenzione.

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Data ultima revisione: 05/09/1999